PALERMO. Finisce davanti all’ Autorità nazionale anticorruzione il flop del Click Day dello scorso 5 agosto che ha impedito a migliaia di giovani di partecipare alla selezione di tirocinanti previsti dal Piano giovani.
«Segnalazione di violazione delle norme sulle procedure ad evidenza pubblica e delle previsioni sulla trasparenza totale nell’ iniziativa Piano straordinario opportunità giovani», infatti, è l’ oggetto della nota che il presidente dell’ associazione «Sicilia openGov», Gaetano Armao, ha inviato al presidente dell’ Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone.
«Il governo regionale siciliano si legge nella missiva – per il tramite del suo presidente on. Crocetta e dell’ assessore Scilabra, oltre che delle competenti strutture dipartimentali, ha avviato l’ iniziativa denominata Piano straordinario opportunità giovani, rivelatasi purtroppo, sia per le modalità organizzative che per le soluzioni prescelte sul piano degli affidamenti, del tutto inadeguata tanto da condurre ad un sostanziale fallimento ed annullamento in autotutela, sebbene a difesa delle proprie condotte, gli organi politici assumano esclusive responsabilità dell’ apparato burocratico».
Tra le anomalie rilevate dal presidente di «Sicilia openGov», la delibera n. 223 del 6 agosto, il giorno successivo al cosiddetto Click Day e su proposta dell’ assessore al ramo con la quale «è stato approvato il Piano che ha previsto l’ assegnazione a so cietà ed enti a partecipazione pubblica, e senza procedura ad evidenza pubblica, di affidamenti per la gestione delle relative per oltre sei milioni di euro (Italia Lavoro per 3 milioni e 49 mila euro e il Formez per più di 2 milioni, dei quali oltre la metà sarebbero destinati a consulenze e collaborazioni esterne, delle quali risultano sconosciute forme di affidamento, beneficiari, etc.).
Nella sua lunga ricostruzione, Armao sottolinea: «Ebbene, di tali affidamenti a società e delle condizioni per il ricorso a collaborazioni esterne non vi è traccia sul sito dell’ assessorato in violazione delle norme sulla trasparenza amministrativa e la pubblicità degli appalti, anche se in house e, pertanto, tali affidamenti, secondo il dlgs 33 del 2013, vanno considerati nulli».
È l’ ennesima dimostrazione che l’ obbligo di pubblicazione nei siti istituzionali viene sistematicamente eluso. Laddove la pubblicazione avviene, come ha rivelato lo stesso presidente dell’ Autorità anticorruzione Cantone, entrare nella rete è come infilarsi in una sorta di labirinto, con un sito che porta ad un altro, difficilmente trovando quello che si cerca. Se di tutto ciò fosse stata data pubblicazione attraverso i media, soprattutto sui quotidiani, difficilmente questo inghippo si sarebbe verificato. La trasparenza non può essere solo un principio enunciato, ma un obiettivo realizzato concretamente. Per la verità, il legislatore siciliano aveva tentato di introdurre nell’ ordinamento una norma efficace di trasparenza, ma il Commissario dello Stato, l’ ha impugnata. Probabilmente, non prevedendo i danni che avrebbe prodotto.
Ritornando alla segnalazione -denuncia di Armao, nella missiva si legge ancora: «Emerge, con nitore, l’ ingerenza dell’ assessore e, con buona probabilità dei suoi mentori politici, in scelte gestionali di esclusiva pertinenza burocratica che hanno poi rivelato non solo le disfunzioni che hanno condotto al fallimento del Piano giovani, ma soprattutto un coacervo di interessi politico amministrativi sui quali codesta Autorità – pure al fine di concorrere ad appurare la sussistenza del traffico di influenze ed in applicazione delle competenze conferite dal legislatore – dovrà svolgere i necessari approfondimenti».
La Sicilia – 28/08/2014 – http://linklav.it/bacheca/39-manifestazioni-regionali/772-esposto-dell-ex-assessore-armao-il-caso-scilabra-ora-all-esame-dell-authority-anticorruzione.html